Marcia indietro del governo marocchino sull’importazione dei rifiuti dall’Italia.

Lo scandalo era scoppiato all’inizio di luglio, quando un’inchiesta giornalistica svelava l’arrivo di un carico di 2.500 tonnellate di rifiuti provenienti dall’Italia.
Destinazione: cementifici e discariche con inceneritori.

Greenpeace Italia aveva scritto immediatamente al ministro dell’Ambiente Galletti per chiedere chiarimenti sulla natura dei rifiuti, ma senza ricevere risposta. La società civile marocchina si era mobilitata subito, con più di 200 associazioni coinvolte.

Il Consiglio dei ministri riunito a Rabat ha deciso: non sarà più possibile smaltire rifiuti di nessun tipo in provenienza da altri Paesi.

ma non è retroattiva. Per questo il destino del carico arrivato nei giorni scorsi rimane in sospeso. Il governo si riserva di valutare gli esiti delle analisi disposte dal Ministero dell’ambiente che dovrebbero arrivare a giorni dalla Francia.

Il Marocco ha ratificato il Protocollo di Smirne della Convenzione di Barcellona, le norme di importazione dei rifiuti in questo Paese sono particolarmente severe ed escludono, ad esempio, materiali derivanti dalla raccolta indifferenziata di rifiuti solidi urbani e rifiuti infiammabili come gli pneumatici fuori uso. Di che natura sono i rifiuti? Se, come riferito dai media, l’Italia ha davvero esportato in Marocco rifiuti urbani e pneumatici fuori uso, saremmo in presenza di una palese violazione del diritto internazionale.