Intesa San Paolo high street branches are shut down by Greenpeace activists in protest against the bank’s continued multi-billion dollar support for fossil fuels.

Questa mattina nostri attivisti e attiviste, insieme a ReCommon, hanno chiuso simbolicamente 11 filiali a Torino di Intesa Sanpaolo, la più grande banca italiana e tra le prime trenta a livello mondiale. La banca infatti investe ancora in gas, petrolio e carbone, principali responsabili della crisi climatica.

Per far arrivare il nostro messaggio abbiamo usato adesivi raffiguranti persone in protesta contro il gruppo torinese . Oggi non eravamo gli unici a voler manifestare dissenso verso le pessime scelte climatiche di Intesa Sanpaolo: diverse realtà dell’ambientalismo, tra cui anche Extinction Rebellion e Fridays for Future, si sono ritrovate in un presidio autorizzato sotto il grattacielo di Intesa Sanpaolo a Torino.

La mobilitazione si è svolta in concomitanza con la pubblicazione dello studio che abbiamo fatto con  ReCommon sul coinvolgimento della banca nel settore dei combustibili fossili, dal titolo “Una banca insostenibile: Intesa Sanpaolo conto il clima, l’ambiente e le comunità”.

Intesa San Paolo high street branches are shut down by Greenpeace activists in protest against the bank’s continued multi-billion dollar support for fossil fuels.

Intesa Sanpaolo finge di essere green, ma è una banca nemica del clima

Il gruppo di Corso Inghilterra è riuscito a fare breccia nell’immaginario collettivo come banca sostenibile e al servizio dei territori: niente di più distante dalla realtà. Nel solo 2020 si è esposto nei confronti del settore fossile per 5,4 miliardi (2,7 miliardi di euro di finanziamenti e 2,7 miliardi in investimenti). Intesa Sanpaolo ha inoltre preso impegni deboli sul settore del carbone, che rischiano di prolungare i legami della banca perfino con il più inquinante dei combustibili fossili, mentre fornisce un supporto incondizionato a petrolio e gas, perfino in relazione allo sfruttamento dell’Artico.

Nel suo portfolio infatti Intesa Sanpaolo può vantare clienti che alimentano la devastazione della regione artica, già fortemente compromessa dalla crisi climatica, e del Permian Basin negli USA, la più importante area di produzione di idrocarburi, vera e propria bomba climatica dei nostri giorni.

Per questo insieme a ReCommon, Extinction Rebellion e Fridays for Future abbiamo deciso di darle un meritato riconoscimento e abbiamo portato al quartier generale torinese di Intesa Sanpaolo un premio come “Banca nemica del clima numero 1 in Italia”.

Intesa è campione di Greenwashing: mentre anche in Italia si vedono sempre più frequenti e forti le conseguenze dei cambiamenti climatici, la più grande banca nazionale contribuisce ad aggravare la crisi climatica continuando ad investire su gas, petrolio e carbone. Il tempo delle pennellate di verde per sembrare sostenibili è finito:  Intesa Sanpaolo non può più continuare a nascondersi dietro slogan che, alla prova dei fatti, risultano vuoti!

Basta investire su petrolio, gas e carbone!

Alluvioni, incendi, siccità: mentre la vita sul Pianeta è sconvolta da eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, i principali istituti finanziari, di credito e assicurativi continuano a investire nel settore dei combustibili fossili e a finanziare chi inquina, gettando benzina sul fuoco della crisi climatica. Se vogliamo limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici e salvare 1 milione di specie a rischio dobbiamo ascoltare la scienza e tagliare subito i finanziamenti all’espansione di gas, petrolio e carbone. Chiedi alle banche e alle compagnie di fare la loro parte nella lotta all’emergenza climatica: basta finanziamenti che distruggono il Pianeta!

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