La brutale invasione di Putin in Ucraina ha scatenato, oltre ad una emergenza umanitaria, una nuova drammatica crisi del nostro sistema agroalimentare, con un’impennata dei prezzi delle materie prime che colpisce agricoltori e consumatori. La crisi sulle  esportazioni russe e ucraine di cereali, semi oleosi, fertilizzanti e gas fossili sta mostrando quanto il  nostro settore agricolo, in particolare quello zootecnico, sia pericolosamente dipendente da input esterni – e per questo vulnerabile agli shock globali.

Le nostre 7 proposte 

Per tutelare la sicurezza alimentare è più efficace cambiare il modo di produrre e di consumare, piuttosto che spingere su un cieco aumento delle produzioni: trasformare il nostro sistema agroalimentare e passare a produzioni ecologiche, locali, stagionali e a diete a base vegetale, rendendo il sistema sostenibile e resiliente

Da dove iniziare? Alla Commissione Ue abbiamo inviato 7 proposte per questa necessaria trasformazione.  

1. Immediato sostegno alle persone più colpite

Per prima cosa, l’Ue deve tutelare il diritto al cibo di tutte le persone colpite dalla crisi dei mercati agricoli non solo distribuendo aiuti umanitari nei Paesi più colpiti ma prevenendo e affrontando la speculazione finanziaria che provoca l’aumento dei prezzi degli alimenti con misure adeguate.

2. Investire nel cibo, non nei mangimi

Oggi oltre il 60% dei terreni seminativi e il 62% dei cereali usati in Europa è dedicato all’alimentazione degli animali negli allevamenti intensivi. L’Ue deve ridurre le consistenze negli allevamenti intensivi e la produzione zootecnica e dirottare queste risorse verso la produzione di cibo per le persone.

3.  Più verdure e meno prodotti animali nei nostri piatti

Gli europei consumano il doppio della carne rispetto alla media globale, ma questi livelli di consumo richiedono grandi quantità di terreni coltivati e di mangimi importati. Per aumentare la resilienza del settore agroalimentare, l’Europa deve adottare obiettivi di riduzione del consumo di carne e latticini e promuovere diete più ricche di prodotti vegetali.

4. Ridurre i fertilizzanti chimici

L’uso intensivo di questi prodotti inquinanti, i cui prezzi sono spesso controllati da multinazionali e governi autoritari,  rende gli agricoltori vulnerabili all’aumento dei prezzi e il nostro intero sistema pericolosamente dipendente da fattori esterni. L’UE deve ridurre l’uso di questi prodotti, aumentare la produzione di fertilizzanti organici e sostenere la transizione verso pratiche agro-ecologiche per tutelare gli agricoltori da futuri shock.

5.Vietare l’uso di cibo e mangimi per produrre energia

Oggi il 12% dei cereali come il grano o il mais viene usato dall’Ue per fini energetici e industriali piuttosto che per il consumo umano. Nella crisi attuale, l’Ue deve vietare l’uso di colture alimentari e mangimistiche per produrre energia.

6. Affrontare lo spreco di cibo

Solo in Europa, ogni anno 88 milioni di tonnellate di cibo diventano rifiuti alimentari. Per rafforzare la sovranità alimentare dobbiamo affrontare e ridurre il problema dello spreco alimentare, causato anche dalla sovrapproduzione, piuttosto che aumentare ciecamente i livelli di produzione, rischiando di danneggiare ulteriormente il clima e l’ambiente.

7. Evitare passi indietro sull’ambiente

Le lobby dell’agrobusiness stanno strumentalizzando la guerra in Ucraina per chiedere di sospendere o indebolire gli obiettivi del Green Deal europeo. Ma un’agricoltura più sostenibile è anche più resiliente alle crisi. Una vera transizione ecologica è l’unico modo per garantire la sicurezza alimentare di oggi e domani.

Per approfondire, leggi le nostre proposte complete QUI.