Da quest’anno scolastico, prende il via un nuovo progetto educativo dei Licei di Scienze applicate per la Transizione Ecologica e digitale (TRED). Un nuovo corso di studi, per ora avviato in forma sperimentale in 27 istituti scolastici di 12 regioni italiane, che propone un percorso di formazione di quattro anni, al posto dei soliti cinque, con al centro i temi della transizione ecologica e digitale. Ma l’aspetto più innovativo (e preoccupante) è il ruolo che in questo percorso di studi il Ministero ha affidato alle imprese, molte delle quali decisamente distanti dai temi “della transizione ecologica”

A supportare questo nuovo progetto educativo che coinvolgerà 2.200 alunni, troviamo infatti il Consorzio di aziende ELIS, ente che raccoglie intorno a sé un centinaio di grandi gruppi aziendali italiani, tra cui: 

  • Snam ed ENI, leader nell’energia da fonti fossili;
  • Generali, che assicura società che investono in petrolio, gas e carbone; 
  • Leonardo, colosso dell’industria bellica; 
  • ACEA, multinazionale quotata in borsa leader nella gestione privatistica dell’acqua.  

Cosa viene chiesto nei licei TRED alle multinazionali coinvolte

Le aziende che parteciperanno al progetto affiancheranno i docenti delle scuole pubbliche per parlare di temi ambientali e transizione ecologica, ma non solo.

Con l’avallo del Ministero dell’Istruzione, le multinazionali coinvolte aiuteranno a “individuare i temi di apprendimento”, e contribuiranno anche all’offerta di workshop, tirocini, borse di studio, nonché alle spese di affitto di almeno uno dei nuovi istituti

Un nuovo modello di scuola tracciato a due mani, insomma, che preoccupa non solo perché affida l’istruzione pubblica ad aziende con interessi privati, ma anche perché offre ai responsabili della crisi climatica un palcoscenico per fare greenwashing, facendo credere ai più giovani che queste aziende inquinanti abbiano interesse nella transizione ecologica, quando in realtà continuano a fare profitto grazie ai combustibili fossili.

L’istruzione pubblica nelle mani delle aziende private

Va ricordato che per alcune aziende del Consorzio, a partire da ENI, non è una novità sedersi in cattedra. Il colosso italiano del gas e del petrolio ha già tenuto seminari di aggiornamento su tematiche ambientali (cambiamento climatico, ciclo dei rifiuti, sostenibilità, inquinamento e bonifiche) ai docenti delle scuole italiane, dalla primaria alla secondaria di secondo grado. ENI ha promosso anche “Scienze in classe, Eniscuola.net”, un programma di lezioni online a disposizione degli insegnanti, con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, su tematiche come il risparmio energetico, l’energia solare, l’impronta ecologica. ENI è però il principale emettitore italiano di gas serra e tra le aziende più inquinanti al mondo, anche se sfrutta pubblicità e sponsorizzazioni per distrarre l’attenzione dalle proprie responsabilità nella crisi climatica.

Liberiamo la scuola dal greenwashing

Per liberare il mondo della scuola, dell’informazione e della cultura da queste operazioni di greenwashing supportiamo, insieme a più di 30 organizzazioni internazionali, una petizione europea che chiede di vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende legate ai combustibili fossili. Mancano poche settimane e una manciata di firme per raggiungere il traguardo di firme in Italia e spingere la commissione europea a discutere una legge per mettere fine alla propaganda ingannevole delle aziende inquinanti. 

C’è tempo fino al 4 ottobre per sottoscriverla: FIRMA SUBITO ANCHE TU

Per approfondire, leggi il briefing completo sul caso dei LICEI TRED.