Per affrontare le feste di fine anno con un occhio alla tutela del Pianeta, senza rinunciare a un clima gioioso, al mangiar bene e sano e alla compagnia di amicizie e parentela (insomma cercando di evitare di diventare il grinch ambientalista che vuole rovinare l’atteso momento), ecco quattro consigli su come affrontare al meglio alcune situazioni che spesso si presentano a tavola durante questo periodo natalizio.

“NONNA MA C’È DELLA CARNE IN QUESTO SFORMATO DI VERDURE?” “NO, TRANQUILLO. HO MESSO SOLO UN PO’ DI PROSCIUTTO…”

Tutto vero, per diverso tempo questo botta e risposta è stato ricorrente durante le conversazioni a tema culinario con le mie nonne e i miei nonni. Anche se, in verità, è successo anche al di là del fatto che fosse fine anno, Ferragosto o il Primo Maggio. Ma non divaghiamo: per ridurre il consumo di carne e pesce durante questo periodo di festa, consigliamo di puntare tutto sull’orgoglio local dei nostri familiari, in modo che ci si orienti su un menù basato sui piatti della tradizione, a base di verdure di stagione e legumi, delle nostre aree geografiche di provenienza . Una strategia valida in pratica per tutte le zone del nostro Paese, con ogni regione che ha nel proprio “portfolio” ricette tradizionali vegetariane e vegane. Che impattano molto meno sul clima e la biodiversità del nostro Pianeta, rispettano la stagionalità dei prodotti e si trasformano anche in un ottimo spunto di discussione a tavola. Soprattutto con nonne e nonni, che possono raccontare tantissimi loro ricordi legati a queste pietanze.

Certo, conoscendo le mie di nonne, anche se hanno spesso assicurato che non ci fosse carne nel loro sformato di verdure, un controllo preventivo ho sempre pensato fosse meglio farlo…

“DOVE SI BUTTA QUEST’OLIO USATO, NEL LAVANDINO?”  

Durante le feste, si sa, da nord a sud il fritto la fa da padrone. Ma come evitare che l’olio esausto utilizzato per preparare piatti che aumentano in modo proporzionale la soddisfazione a tavola e il livello di trigliceridi nel nostro sangue, beh, finisca anche per inquinare? La prima regola è quella di farlo raffreddare una volta terminato il suo utilizzo, per poi versarlo in un contenitore e portarlo nei centri di raccolta o nelle isole ecologiche presenti in ogni città. L’olio esausto, infatti, se smaltito in modo non corretto può avere pesanti impatti sul mare e le specie che lo abitano, sul suolo e sui sistemi di depurazione delle nostre città. Inoltre, una volta recuperato, può essere utilizzato nuovamente ad esempio per produrre saponi. Dimenticavo: a proposito di fritti, ecco una semplicissima e tradizionale ricetta vegana della mia regione di provenienza. Economica, semplice e davvero buona.

“LASCIA STARE PIATTI E BICCHIERI IN CERAMICA: CI SONO LE STOVIGLIE IN PLASTICA USA E GETTA!”

Nonostante ci siano leggi, direttive comunitarie, vademecum e sempre maggiore consapevolezza sugli impatti sull’ambiente dell’inquinamento della plastica usa e getta (spesso difficilmente – o addirittura non – riciclabile), ogni anno c’è sempre qualche parente che propone di usare stoviglie in questo materiale per i pranzi o le cene delle feste. Come far capire dunque allo zio di turno che in un momento di crisi economica ed energetica come quello che stiamo vivendo, l’usa e getta è uno spreco di risorse che non ci possiamo permettere e che, per di più, impatta pesantemente su ambiente e clima del Pianeta (il 99 per cento della plastica deriva infatti da quegli stessi idrocarburi che sono alla base della crisi climatica in corso)? Beh, suggeriamo di provare a puntare su una strategia comunicativa differente, integrando alle nostre solite argomentazioni degli aspetti che possono avere un reale impatto sulle convinzioni del nostro interlocutore. E dunque sotto con frasi come: “Zio, hai portato un ottimo vino e vuoi sminuirne il pregio bevendolo nei bicchieri in plastica, che per giunta inquinano i nostri mari?”. Oppure: “Ci hai messo ore a preparare la tua famosa pasta al forno e ora vuoi che la mangiamo in piatti che non la valorizzano affatto, e che inoltre finiamo per ritrovare sulle nostre spiagge? Suvvia…”

“HO LETTO SU INTERNET CHE I CAMBIAMENTI CLIMATICI NON SONO CAUSATI DELL’AZIONE UMANA, MA CI SONO SEMPRE STATI”

Il/la parente negazionista, situazione davvero spinosa. Di quelle che possono trasformare un pranzo in famiglia in un estenuante dibattito stile talk show televisivo. Che fare dunque quando ci si trova ad affrontare questo imprevisto? Le strade sono due: 1) accogliere lo sguardo implorante dei propri genitori, che implicitamente invitano a far finta di niente e spingono affinché si cambi subito argomento di discussione; 2) ci si arma di pazienza, si sfoderano le fonti scientifiche che si tengono sempre a portata di mano in questi casi e si parte con un confronto che probabilmente monopolizzerà il pranzo, a scapito del più neutrale panettone artigianale, portato da un malcapitato cugino. Ecco, il nostro consiglio è quello di scegliere senza esitazioni la seconda opzione. La lotta alla crisi climatica e alla disinformazione non va mai in vacanza, nemmeno durante le feste. Quindi sotto con il dibattito. Alla fine vedrete che, grazie alla forza degli argomenti, con un confronto pacato ma deciso riuscirete a portare dalla vostra il mal informato parente. Con buona pace dello sguardo implorante dei vostri genitori e del panettone artigianale del cugino…