Se nel 1971 un piccolo nucleo di pacifisti, ecologisti, giornalisti, quaccheri e hippies ha fondato Greenpeace, dando l’esempio a tutto il mondo, altre persone hanno contribuito alla sua crescita. Di queste, una delle più straordinarie è David McTaggart: sono il suo pragmatismo e un approccio quasi imprenditoriale, infatti, a dare un’impronta, e una struttura, al movimento appena nato. Eccellente atleta multidisciplinare, campione nazionale di badminton e appassionato velista, McTaggart era poi diventato un imprenditore di successo. Pragmatico, motivato e molto determinato, David era capace di trasformare ogni battaglia ecologista in un gesto mediatico. Competenze che negli anni gli hanno permesso di raccogliere lo spirito libero dei fondatori di Greenpeace e le forme di attivismo promosse, traducendole in un’organizzazione internazionale.
Verso Mururoa: in azione contro i test nucleari francesi
Per uno di quei paradossi della storia, David Fraser McTaggart nasce proprio a Vancouver, come Greenpeace, nel 1932, ma non è tra i fondatori dell’organizzazione. Né si trova in Canada quando – dopo aver risposto a un annuncio su un giornale – il 30 aprile del 1972 issa le vele del suo 12 metri, il Vega, e salpa dalla Nuova Zelanda in direzione dell’atollo di Mururoa, in Polinesia, dove la Francia stava per compiere nuovi esperimenti nucleari. A differenza di quanto avvenuto solo pochi mesi prima, ad Amchitka, la Vega riesce a disturbare con la sua presenza i piani francesi, che sono costretti a modificare il programma dei test.
È quello che sarebbe diventato noto come il “classico Greenpeace”, già sperimentato con la Phyllis Cormack nei confronti degli USA: una piccola imbarcazione che sfida una delle più grandi forze militari sulla Terra, Davide contro Golia. E se la spedizione verso Amchitka aveva avuto una vasta eco soprattutto in Nord America, l’azione a Mururoa desta improvvisamente l’interesse dell’opinione pubblica mondiale sul pericolo e le conseguenze degli esperimenti nucleari francesi nel Sud Pacifico. Il nome di Greenpeace, la piccola associazione “canadese” nata da un anno, si proietta sui giornali di tutto il mondo.
David continua a sfidare la marina francese. Torna a Mururoa nel 1973, portando questa volta con sé un gruppo di attivisti di Greenpeace. È allora che la Vega viene intercettata da un dragamine francese in acque internazionali, e il suo capitano aggredito e arrestato. Il tentativo dei francesi di affermare che McTaggart si era ferito in un incidente marino e che lui e il suo equipaggio erano stati salvati dalle loro navi, viene smentito dalle immagini dell’assalto raccolte e salvate da Ann-Marie Horne. Il clamore che ne segue costringe il presidente francese François Mitterrand a pagare a McTaggart un sostanziale risarcimento dei danni e ad annunciare nel 1974 la fine dei test nucleari in atmosfera.
McTaggart tornerà a Mururoa nel 1981 e nel 1995, quando la Francia annuncia una serie finale di otto esplosioni sotterranee prima di interrompere definitivamente i test. Nel frattempo, continua a organizzare gruppi di attivisti di Greenpeace in tutto il mondo: oltre ai primi uffici in Canada e Stati Uniti, aprono sedi in Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Australia. Nel 1978 viene acquistata la prima Rainbow Warrior, che da allora sarà la nave ammiraglia della flotta di Greenpeace. Una crescita così rapida, tuttavia, non è sostenuta da una struttura adeguata. Per questo, i diversi gruppi concordano, nel 1979, di dar vita a una federazione di uffici, coordinati da Greenpeace International, con sede ad Amsterdam, nei Paesi Bassi. Il presidente? David McTaggart.
Greenpeace si espande
Sono così pronte le basi per la successiva espansione globale dell’organizzazione, oggi presente in più di cinquanta paesì, e per la nascita di Greenpeace Italia che avviene nel 1986, proprio per impulso di McTaggart. Greenpeace diventa il simbolo degli ecologisti di tutto il mondo e, insieme agli uffici, si moltiplicano anche le campagne: a quelle contro i test nucleari e la caccia delle balene, si aggiungono foreste e oceani, gli OGM, scorie nucleari e rifiuti tossici, la protezione dell’Antartide e – a partire dagli anni Novanta – le prime importanti attività dedicate alla crisi climatica.
Nel settembre del 1991 – alla vigilia di una delle vittorie più importanti di Greenpeace con la firma a Madrid del Protocollo sulla protezione dell’ambiente antartico – David McTaggart lascia la leadership attiva di Greenpeace International. Si stabilisce in Italia, in Umbria. A Paciano, sul Lago Trasimeno, conduce una tenuta dove coltiva ulivi e produce olio, ovviamente con metodi biologici. L’impegno per l’ambiente non è finito: crea una fondazione, progetta un archivio di Greenpeace da costituire proprio tra le colline umbre. Perde la vita il 23 marzo 2001 in un incidente d’auto a pochi chilometri da casa.
“Tenete a mente la cosa principale: state combattendo per portare i nostri bambini tutti interi nel Ventunesimo secolo. Oltre a questo, al diavolo le regole!”
David McTaggart