A causa delle attività umane, il nostro Pianeta rischia di perdere un milione di specie, più che in ogni altro momento nella storia umana.

Nonostante il ruolo fondamentale della biodiversità nella conservazione della vita sul Pianeta, il prevalere degli interessi economici ha portato ad un tale sfruttamento delle risorse naturali che ora si rischiano conseguenze irreversibili.

Questo è quanto emerge dal rapporto pubblicato oggi dall’IPBES, il Gruppo intergovernativo per la Biodiversità e i Servizi Ecosistemici, un organismo intergovernativo fondato nel 2012 dalle Nazioni Unite con lo scopo di mettere a disposizione della società informazioni scientifiche attendibili sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici.

Di fronte a questa spaventosa perdita di biodiversità, dobbiamo agire con urgenza e determinazione per proteggere foreste e oceani, e per apportare dei cambiamenti radicali nelle nostre abitudini, compresa la nostra dieta.

Le foreste

L’80% delle foreste del mondo sono già state degradate o distrutte. Grazie alla loro ineguagliabile capacità di assorbire e immagazzinare carbonio, le foreste rappresentano una soluzione naturale di contrasto ai cambiamenti climatici. Le foreste catturano circa un terzo dell’anidride carbonica rilasciata ogni anno a causa della combustione di gas, petrolio e carbone. Se vogliamo evitare l’aumento delle temperature oltre il grado e mezzo, dobbiamo quindi esigere che ciò che resta delle foreste venga protetto, senza lasciare spazio a false soluzioni.

Gli oceani

Ad oggi solo l’1% dei mari globali sono protetti e non esiste uno strumento legale che consenta la creazione di santuari nelle acque internazionali. Abbiamo bisogno di un Accordo Globale per proteggere almeno il 30% dei nostri oceani entro il 2030. Questa è un’opportunità unica per i governi di lavorare insieme per salvaguardare la biodiversità marina, garantire la sicurezza alimentare a milioni di persone e garantire oceani sani che siano il nostro migliore alleato contro un clima che cambia. Le capacità degli oceani di assorbire la CO2 emessa dalle attività umane (il 50% di quella prodotta fino a oggi) dipende anche dal loro stato di salute!

La nostra dieta

Qualsiasi aumento delle aree agricole necessario per mantenere in piedi il sistema degli allevamenti intensivi resta un fattore determinante per il cambiamento dell’uso del suolo attraverso deforestazione e distruzione degli habitat. Dimezzare produzione e consumo di carne e prodotti lattiero-caseari entro il 2050 deve diventare una priorità a livello politico.

Ci restano solo 11 anni per salvare il clima del nostro Pianeta, non c’è più tempo da perdere in chiacchiere e false soluzioni. Gli appelli della comunità scientifica si susseguono e persone in tutto il mondo stanno chiedendo a gran voce azioni concrete. Ci sono ragazzi che marciano fuori dalle scuole, attivisti che si mobilitano e sono sempre più frequenti le cause legali che contrappongono singoli o intere comunità ai responsabili delle emissioni di gas serra.

È necessario che i governi e le grandi multinazionali diano una prova di responsabilità adottando obiettivi ambiziosi e solidi piani d’azione mirati a proteggere la biodiversità e il clima del nostro Pianeta.