La bandiera verde di Greenpeace sventola nel cielo con il sole sul retro che la illumina
© Maïté Baldi / Greenpeace

Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno e, come sempre, è tempo di bilanci. 

Molte cose sembrano andare storte in questo momento storico: turbolenze geopolitiche, obiettivi climatici ancora non raggiunti e obiettivi futuri così ambiziosi da sembrare a volte quasi irrealizzabili. Tuttavia, una cosa rimane certa: in tempi difficili, la speranza è un atto di resistenza. Noi di Greenpeace sappiamo che l’azione collettiva, quando va oltre i confini e le generazioni, alimenta la speranza. E come parte di una marea crescente di persone che chiedono dignità, giustizia, sicurezza, rinnovamento sociale ed ecologico, noi continuiamo ad avere fiducia.

Nonostante le difficoltà, il cambiamento sta avvenendo. A volte in modo silenzioso, altre volte in modo audace, guidato dalle persone e dalle loro comunità, con coraggio e attenzione reciproca e verso il pianeta. È facile vedere e percepire la negatività, ma la positività è potente ed è ciò che ci spinge ad andare avanti e a mantenere il nostro slancio verso un futuro più luminoso.

Ecco perché vogliamo condividere alcune delle nostre vittorie e dei momenti più significativi dell’anno. Per dimostrare che il progresso è reale, che la speranza non è mai vana e che l’azione è ciò che dà forma al futuro.

Abbiamo contestato a Venezia Jeff Bezos per protestare contro l’ingiustizia sociale e climatica!

Un gigantesco striscione di 20x20 metri con la scritta “Se puoi affittare Venezia per il tuo matrimonio, puoi pagare più tasse” in Piazza San Marco
© Greenpeace / Michele Lapini

A Venezia abbiamo portato il nostro regalo di nozze a Jeff Bezos: insieme al gruppo d’azione britannico Everyone Hates Elon abbiamo srotolato in Piazza San Marco uno striscione gigante di 400 metri quadrati con la scritta: “If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax” (“Se puoi affittare Venezia per il tuo matrimonio, puoi pagare più tasse”). 

Abbiamo protestato contro un modello economico e sociale che ci sta conducendo al collasso. Tassare i super ricchi come Bezos – insieme alle industrie fossili e a quelle della Difesa – permetterebbe di accelerare la giusta transizione verso forme di energia pulita e anche di contribuire a finanziare un sistema di welfare. Un passo doveroso per assicurare giustizia sociale e climatica alle persone che subiscono ogni giorno i danni della crisi ambientale, mentre pochi miliardari conducono stili di vita devastanti per il pianeta.

Uno scontrino gigante a Piazza di Spagna con il conto della crisi climatica

Ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna, attivisti di Greenpeace reggono due banner con scritto "ENI è ora di pagare" e "Le aziende inquinanti devono pagare"
© Greenpeace / Lorenzo Moscia

Abbiamo presentato al governo e alle aziende fossili il conto della crisi climatica srotolando un enorme scontrino a Piazza di Spagna, a Roma, con un lungo elenco degli eventi climatici estremi avvenuti dell’ultimo decennio e una stima dei costi che le persone stanno già pagando.

Il totale del conto presentato supera la cifra di 5.000 miliardi di euro: il danno economico che deriva dalle emissioni degli ultimi 10 anni di sei delle più grandi aziende dei combustibili fossili al mondo, inclusa l’italiana ENI.

Aiutaci a continuare la nostra lotta anche nel 2026!

Grazie al nostro esposto, l’allevamento intensivo “La Pellegrina” è stato multato e posto sotto sequestro!

Attivista di Greenpeace all'interno dell'allevamento intensivo regge uno striscione con la scritta "È questo il Made in Italy?"

A novembre abbiamo ricevuto immagini e video shock che documentavano le terribili condizioni di vita dei maiali rinchiusi nell’allevamento intensivo La Pellegrina di Roncoferraro (Mantova, Lombardia). L’azienda La Pellegrina è di proprietà del Gruppo Veronesi, un vero e proprio colosso del settore proprietario di marchi molto noti come AIA, Negroni e Wudy, con ricavi annui miliardari.

Abbiamo deciso di intervenire con un esposto alla procura di Mantova per richiedere degli accertamenti: l’ispezione dei carabinieri del Comune e dei NAS di Cremona ha rilevato gravi violazioni per quanto riguarda la gestione dell’allevamento in termini di biosicurezza e benessere animale. L’ATS della Val Padana ha quindi posto sotto sequestro gli animali presenti nell’azienda e inflitto una maxi multa da 10mila euro al legale rappresentante della società agricola!

La Corte di Cassazione ci ha dato ragione contro ENI! La nostra Giusta Causa continua

Due attiviste mostrano uno striscione con la scritta "ENI: green solo a parole"

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno dato ragione a noi di Greenpeace Italia, che nei mesi scorsi insieme a ReCommon e a 12 cittadine e cittadini avevamo fatto ricorso alla Suprema Corte contro contro ENI, Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP) e Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), chiedendo se in Italia fosse possibile o meno portare le aziende inquinanti in tribunale per chiedere giustizia climatica (cosa che i tre giganti negavano appellandosi a un “difetto assoluto di giurisdizione del giudice ordinario adito”).

La sentenza della Suprema Corte ha detto chiaramente che i giudici italiani si possono pronunciare sui danni causati dai cambiamenti climatici e che, dunque, le cause climatiche nel nostro Paese sono lecite e ammissibili. Il Tribunale di Roma potrà entrare nel merito delle nostre richieste, accertare gli eventuali danni causati da ENI con le sue emissioni e decidere se obbligarla a ridurle!

Con il tuo sostegno potremo continuare a fare tutto questo

Abbiamo impedito che a Battipaglia aprisse un nuovo allevamento di tonni rossi!

Dopo la pubblicazione del nostro report “Caccia all’oro rosso”, in cui abbiamo denunciato la mancanza di regole e controlli sugli impianti di ingrasso di tonno rosso in Italia, l’amministrazione comunale di Battipaglia (Campania) ha annullato la concessione rilasciata alla società Tuna Sud per l’apertura di un nuovo allevamento intensivo! 

Le verifiche avviate il 21 agosto su richiesta della sindaca Cecilia Francese e dell’assessore Vincenzo Chiera hanno rilevato che l’area in cui sarebbe dovuto sorgere l’allevamento si trova al di fuori del demanio marittimo di competenza del Comune di Battipaglia (Tuna Sud aveva dichiarato l’opposto) e che quindi l’autorizzazione non può essere rilasciata.

In azione alla FAO per dire basta allevamenti intensivi!

Attivisti di Greenpeace vestiti da animali si sono incatenati dentro delle gabbie davanti alla FAO per protestare contro gli allevamenti intensivi
© Greenpeace / Lorenzo Moscia

Mentre all’interno della FAO si svolgeva la seconda conferenza mondiale sulla “trasformazione sostenibile” degli allevamenti, abbiamo portato ai partecipanti un promemoria: ovvero che non c’è nulla di sostenibile in un sistema intensivo che inquina aria, acqua e suolo, accelera la crisi climatica con emissioni di metano, mette a rischio la salute umana e condanna milioni di animali a sofferenze atroci

Quello che serve è una vera transizione agroecologica per passare a un sistema alimentare che metta al centro ambiente, piccoli produttori, persone e diritti animali, libero dal controllo delle multinazionali del cibo!

Il Tribunale di Vicenza ha condannato i manager della Miteni per una delle contaminazioni da PFAS più gravi al mondo

Attivisti di Greenpeace protestano davanti all'azienda chimica Miteni per chiedere alle autorità locali di bonificare il sito dalle sostanze inquinanti prodotte dalla fabbrica
© Lorenzo Moscia / Greenpeace

Per anni, l’azienda chimica Miteni ha inquinato il territorio tra Vicenza, Verona e Padova, compromettendo anche la falda acquifera da cui bevono 350mila persone. A giugno finalmente è arrivata una sentenza storica: 11 manager della Miteni sono stati condannati! Inoltre il tribunale ha stabilito un risarcimento per oltre 300 parti civili.

Questo risultato è frutto di anni di battaglie della società civile, sostenute anche da noi di Greenpeace e dà nuova linfa al principio “chi inquina paga”. Ora il prossimo decisivo e necessario passo deve essere l’inizio delle operazioni di messa in sicurezza e bonifica di tutta l’area contaminata, a tutela dell’ambiente e della salute delle persone!

Sostieni la nostra lotta anche nel 2026!

L’attivismo non si può mettere a tacere! L’opera dell’artivist Laika in sostegno di Greenpeace

Due attivisti attaccano il manifesto di Laika con la scritta "Greenpeace will not be silenced", ovvero "Greenpeace non sarà messa a tacere"
© Greenpeace / Francesco Alesi

L’artivist Laika, celebre per le sue opere di street art di denuncia sociale, è entrata in azione a Roma in solidarietà con Greenpeace attaccando nei pressi dell’ambasciata degli Stati Uniti un’opera raffigurante una attivista che, con un megafono, urla “Greenpeace will not be silenced” (“Greenpeace non verrà messa a tacere”). Nelle ore precedenti, centinaia di poster con la stessa opera sono comparsi in diversi quartieri della Capitale.

Questa azione è stata la nostra risposta alla causa da 300 milioni di dollari intentata dal gigante dei combustibili fossili, Energy Transfer, nei confronti di Greenpeace International e Greenpeace USA. L’accusa, del tutto infondata, è che sia stata Greenpeace ad aver orchestrato le proteste delle tribù dalle tribù Sioux nel 2016 contro la costruzione dell’oleodotto Dakota Access. L’obiettivo di Energy Transfer è silenziare ogni forma di protesta, ma noi non ci faremo mettere a tacere!

Una giornata con chi sostiene Greenpeace

Sostenitori di Greenpeace in visita al Bosco delle Api di Greenpeace di Roma, un rifugio pensato per offrire cibo e riparo agli insetti impollinatori

In primavera abbiamo spalancato le porte di Greenpeace ai nostri sostenitori e sostenitrici che con il loro inestimabile supporto ci permettono di esistere e di portare avanti tutte le nostre attività. La giornata trascorsa insieme è stata straordinaria! 

Abbiamo iniziato con un emozionante viaggio nel tempo, ricordando alcune delle azioni storiche e più spettacolari di Greenpeace. Abbiamo poi avuto l’opportunità di discutere insieme di due campagne cruciali su cui stiamo lavorando intensamente: la salvaguardia dei nostri mari e oceani, minacciati da innumerevoli pericoli, e la sopravvivenza stessa di Greenpeace, attualmente messa a rischio da una causa multimilionaria. Infine abbiamo esplorato insieme il Bosco delle Api di Roma, la nostra piccola oasi di biodiversità che offre un rifugio sicuro alle api e a tutti gli insetti impollinatori.

L’Arctic Sunrise, l’iconica nave rompighiaccio di Greenpeace, è stata in Italia!

Volontari e volontarie di Greenpeace accompagnano le persone durante una visita guidata a bordo della nave Arctic Sunrise

A giugno l’Arctic Sunrise è sbarcata a Venezia dove ha ospitato eventi pubblici, visite guidate, artisti e tantissime persone per sensibilizzare sulle cause e gli impatti della crisi climatica. Volontari e volontarie provenienti da tutta Italia hanno accompagnato più di 650 persone in visite guidate a bordo della nave, presentando l’equipaggio e raccontando le spedizioni dell’Arctic Sunrise nel mondo in difesa del pianeta. C’è stata anche un’ospite molto speciale a bordo: la cantante italiana Elisa! L’equipaggio l’ha accompagnata in una visita della nave, raccontando gli obiettivi della nostra spedizione nel Mediterraneo in difesa del clima e del mare.

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60 Paesi hanno ratificato il Trattato Globale sugli Oceani: nel 2026 potrà entrare in vigore

Attività subacqueo di Greenpeace tiene in mano un cartello con scritto "Proteggi gli oceani". Davanti a lui, nuota una grande medusa bianca.
© Lorenzo Moscia / Greenpeace

Il Trattato Globale sugli Oceani ha raggiunto quest’anno la ratifica da parte di 60 Paesi, aprendo la strada all’entrata in vigore dello storico accordo nel gennaio 2026 per raggiungere un obiettivo ambizioso: proteggere il 30% degli oceani entro il 2030! Il Trattato sarà fondamentale per ampliare la protezione di mari e oceani istituendo santuari marini, ovvero zone libere da attività umane dannose in acque internazionali, dove nessuno ora interviene a tutela degli ecosistemi.

Questo è un risultato enorme arrivato dopo anni di lotta portata avanti da persone da ogni parte del mondo, attivisti, sostenitori e alleati che hanno alzato la voce per la protezione degli oceani. Un traguardo ottenuto anche grazie a chi ha firmato la nostra petizione globale per la tutela degli oceani. Questa vittoria è la prova che quando milioni di persone chiedono un cambiamento, realizzarlo diventa possibile!

TotalEnergies è stata giudicata colpevole di greenwashing per aver ingannato l’opinione pubblica con false promesse

© Basile Barjon / Greenpeace

Grazie all’azione legale intentata da Greenpeace Francia, Friends of the Earth France e Notre Affaire à Tous con il supporto di ClientEarth, a ottobre un tribunale di Parigi ha emesso una sentenza contro la pubblicità ingannevole di TotalEnergies, che affermava di aver posto “il clima al centro della sua strategia” e di puntare a fornire “energia più pulita, più sicura e più accessibile”, sottolineando il suo obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050

La Corte ha ritenuto che tali affermazioni potessero trarre in inganno i consumatori, osservando che l’azienda sta contemporaneamente aumentando la sua produzione e i suoi investimenti in petrolio e gas: una traiettoria incompatibile con le raccomandazioni scientifiche e l’Accordo di Parigi, che richiedono un’immediata riduzione della produzione di combustibili fossili. Questa sentenza è la prima a riconoscere che il messaggio di zero emissioni nette dell’industria petrolifera è un atto di greenwashing!

La Norvegia ha fermato l’avvio delle estrazioni minerarie nelle acque dell’Artico

Attivisti di Greenpeace al Parlamento norvegese dopo l'approvazione delle attività estrattive minerarie nelle acque dell'Artico.
© Will Rose / Greenpeace

Un’altra vittoria contro il Deep Sea Mining: il governo norvegese ha rifiutato di concedere le licenze per le estrazioni minerarie nelle acque dell’Artico almeno fino alla fine del 2029!

L’obiettivo era aprire all’estrazione mineraria un’area grande quasi quanto l’Italia: una zona che si trova nell’Artico, tra le Svalbard e l’isola di Jan Mayen, a est della Groenlandia, uno degli ultimi luoghi incontaminati per la vita marina artica. Grazie anche al sostegno di movimenti ambientalisti – tra cui Greenpeace – e della comunità internazionale, le trattative avviate per fermare l’avvio delle estrazioni minerarie in acque profonde hanno dato i loro frutti: il Deep Sea Mining non andrà a intaccare i preziosi ecosistemi marini dell’Artico per almeno i prossimi 4 anni!

Aiutaci a ottenere nuove vittorie: sostieni le nostre attività!

La Corte internazionale di giustizia ha confermato che ogni Stato deve prevenire i danni climatici 

La Corte internazionale di giustizia ha stabilito che tutti i Paesi avranno il dovere di prevenire i danni ambientali, e che gli Stati dovranno vigilare sulle imprese per contenere i danni causati dalle loro emissioni, indipendentemente da dove questi si verifichino. Significa che la produzione e l’uso di combustibili fossili, nonché la concessione di licenze e sussidi, potranno costituire una violazione del diritto internazionale. La Corte ha inoltre affermato che il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile è fondamentale per  soddisfare tutti gli altri diritti umani.

Questo parere consultivo segna l’inizio di una nuova era di giustizia climatica globale, perché definisce chiaramente gli obblighi internazionali degli Stati in materia di clima e le conseguenze della loro violazione. Tutto ciò apre la strada a nuovi casi che potrebbero rendere giustizia alle comunità che subiscono le conseguenze peggiori di una crisi che non hanno contribuito a causare!


Queste sono solo alcune delle vittorie e delle azioni che vogliamo ricordare, custodire e portare con noi mentre l’anno volge al termine. Ce ne sono molte altre che non abbiamo menzionato qui, ma altrettanto importanti, che ci dimostrano che il movimento ambientalista, unito, può effettivamente portare un vero cambiamento. Non è facile, e a volte gli obiettivi sembrano allontanarsi anziché avvicinarsi: ma noi faremo di tutto per riuscire a raggiungerli.

Grazie per aver lottato al nostro fianco!

Con il tuo sostegno, il prossimo anno faremo ancora di più