Il voto di oggi, che apre le porte ad una deregulation selvaggia per chi vorrà bucare suolo e fondali in cerca di pochi barili di petrolio, dimostra inequivocabilmente che il Governo, tanto impegnato a contrastare i cambiamenti climatici– a parole – in Europa e nei summit Onu, nei fatti si rivela succube dei petrolieri.
Il decreto Sblocca Italia attribuisce infatti un carattere “strategico” alle concessioni di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplificando gli iter autorizzativi, togliendo potere alle Regioni e prolungando i tempi delle concessioni.
La politica energetica di Renzi è quanto di più vecchio e miope potesse toccare in sorte all’Italia: puntare oggi sulle misere riserve fossili di cui disponiamo, in spregio all’ambiente e alla bellezza dei nostri territori e dei nostri mari, vuole dire consolidare la nostra dipendenza dalle energie più inquinanti, non generare occupazione e danneggiare altri comparti strategici come turismo, pesca e agricoltura.
Per noi, significa anche essere sordi alle migliaia di cittadini che ovunque in Italia si mobilitano per difendere il proprio diritto a vivere in un ambiente sano, sordi alle oltre 85mila persone che in poco tempo hanno scelto di dichiararsi indipendenti dalle fonti fossili.
Se Renzi tira dritto per la sua strada e non ascolta nessuno, se non le lobby fossili, tiriamo dritto anche noi: presto il Governo dovrà ascoltare comunque, volente o meno, la protesta che sta montando in tutto il Paese!
SCHIERATI SUBITO ANCHE TU: FIRMA ORA CONTRO LE FONTI FOSSILI!
Articoli correlati
-
Blackout in Spagna, Greenpeace: “Infondate le accuse alle rinnovabili, l’unica certezza è che il nucleare non è adatto alla gestione delle reti elettriche moderne”
Greenpeace commenta la narrazione anti-rinnovabili che sta polarizzando il dibattito politico e mediatico a seguito dell’enorme blackout che ha colpito la penisola iberica.
-
Nel 2024 le notizie dedicate alla crisi climatica in Italia si sono quasi dimezzate
Con l'Osservatorio di Pavia monitoriamo quanto e come viene raccontata la crisi climatica dai media italiani. Ecco i dati dell'informazione climatica nel 2024.
-
Corriere della Sera rifiuta pubblicità di Greenpeace: «Abbiamo bisogno di libertà di stampa per il clima, non di giornali che cedono al ricatto delle aziende inquinanti»
L'inserzione metteva in discussione la qualità dell’informazione sul clima nel nostro Paese: un tentativo di denunciare l’influenza economica che le aziende inquinanti esercitano sulla stampa italiana.