Un allevamento intensivo alle porte di riserve naturali, risaie e case private. Sembra assurdo, ma è la realtà. Il maxi-allevamento in costruzione ad Arborio, in provincia di Vercelli, è un progetto che minaccia l’ambiente e la salute degli abitanti del luogo, candidandosi a diventare uno degli insediamenti più grandi del Piemonte: ospiterà infatti ben 275.000 galline ovaiole. 

Lo scheletro esterno dell'allevamento intensivo di galline in costruzione ad Arborio
L’allevamento intensivo in costruzione ad Arborio, in Piemonte

Un allevamento intensivo che mette a rischio risaie, riserve naturali e salute pubblica

Da decenni sono note le gravi problematiche in termini ambientali, climatici, sanitari, economici ed etici degli allevamenti intensivi, eppure questo sembra non contare nulla. I lavori del maxi-allevamento intensivo, che sorgerà ad appena 1.500 metri dalle prime case di Arborio, proseguono: l’insediamento occuperà una superficie complessiva di 23.800 metri quadrati, ma questa non è l’unica cattiva notizia. La struttura sorgerà tra le risaie piemontesi, dove è presente l’unica DOP italiana del riso (il riso di Baraggia Biellese e Vercellese), un’eccellenza nostrana.

A completare il tutto, l’ennesima assurdità: l’allevamento intensivo sarà ad appena 3 chilometri di distanza da un parco naturale (Lame del Sesia) e da una riserva naturale (Garzaia di Villarboit).

Migliaia di polli ammassati in un enorme allevamento intensivo, senza accesso all'aria aperta
Migliaia di polli ammassati in un allevamento intensivo, senza accesso all’aria aperta

I rischi sanitari e ambientali sono inaccettabili

Allevamenti avicoli di queste dimensioni sono estremamente nocivi per l’ambiente, così come per la salute umana e animale. Al loro interno le galline vivono in condizioni di enorme sofferenza, ammassate in spazi ristretti che favoriscono la proliferazione di malattie come l’influenza aviaria, trasmissibile all’essere umano.

I rifiuti prodotti dagli allevamenti intensivi contengono alti livelli di azoto, fosforo e residui di metalli pesanti e medicinali, tra cui antibiotici: la dispersione di queste sostanze nell’ambiente può causare una contaminazione delle acque superficiali e delle falde sotterranee, che in questo caso rischierebbe di compromettere le risaie circostanti, polo d’eccellenza italiano.

Senza contare i pericoli connessi alle emissioni di ammoniaca legate agli allevamenti intensivi, che favoriscono la formazione di polveri sottili (PM2,5) responsabili di oltre 45.000 morti premature all’anno.  

Vasche di liquame in un allevamento intensivo

Secondo quanto dichiarato alla Provincia dai proprietari dell’insediamento, l’allevamento “immetterà in atmosfera circa 19 tonnellate di ammoniaca ogni anno, di cui non risulta stimabile l’impatto odorigeno sulle residenze vicine”.

Gli allevamenti avicoli inoltre abbassano notevolmente la qualità della vita degli abitanti delle zone limitrofe, a causa dei cattivi odori che derivano dai rifiuti in decomposizione. Le conseguenze vanno a cascata, perché tutti i problemi ambientali e l’inquinamento generato non solo impattano negativamente sulla salute dei cittadini, ma comportano anche un deprezzamento di immobili, terreni e aziende agricole nelle aree circostanti.

In breve? Non ci sono vantaggi per nessuno, se non per chi guadagna da queste enormi fabbriche di carne che ogni giorno inquinano l’ambiente e minacciano la salute di migliaia di persone.

Vogliamo andare “Oltre gli allevamenti intensivi”! La nostra proposta di legge

Il progetto del maxi-allevamento intensivo di Arborio è l’ennesimo tassello di un sistema che ha gravi conseguenze sull’ambiente e sulla salute cittadina. Un sistema che deve essere cambiato

Per questo, insieme alle associazioni. WWF Italia, ISDE, Terra! e Lipu a marzo 2024 abbiamo presentato a Montecitorio la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi, che prevede un piano di riconversione del comparto zootecnico, finanziato con un fondo dedicato. 

L’obiettivo? La transizione verso un modello basato su tecniche agro-ecologiche, l’uso efficiente delle risorse, una produzione di cibo sano e di qualità, e la creazione di filiere che garantiscano il giusto compenso a lavoratori e aziende

La nostra proposta di legge attende da troppo tempo in Commissione agricoltura per iniziare il suo iter parlamentare. Chiediamo che il testo sia discusso in parlamento al più presto: solo così potremo avviare la riconversione degli allevamenti intensivi e progettare un nuovo sistema dai minori impatti ambientali e sanitari!

Stop allevamenti intensivi!

Chiedi a noi al governo italiano di bloccare la costruzione di nuovi allevamenti intensivi e di avviare una conversione ecologica di quelli esistenti.