Incrociando i dati dei finanziamenti diretti nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC) e il Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR), abbiamo svelato come i sussidi comunitari finanzino alcuni tra gli allevamenti più inquinanti d’Europa.

 

Oltre la metà (51%) degli allevamenti esaminati in sette diversi Paesi dell’Ue ha ricevuto infatti fondi per un totale di 104 milioni di euro, nonostante si tratti di alcuni tra i maggiori emettitori di ammoniaca nei rispettivi Paesi.

Il rilascio di ammoniaca da fertilizzanti o liquami può causare fenomeni di eutrofizzazione in fiumi, laghi e mari per l’eccessivo arricchimento di sostanze nutritive. L’ammoniaca è causa inoltre di inquinamento atmosferico da particolato fine, con conseguenti impatti sulla salute umana.

Questo è un problema serio per le persone che lavorano nel settore agricolo, dato che possono sviluppare asma e altre malattie croniche, ma non colpisce solo loro. Una ricerca ha mostrato che il semplice vivere in prossimità di allevamenti intensivi potrebbe influire negativamente sull’apparato respiratorio.

La PAC continua a finanziare gli allevamenti intensivi nonostante gli impatti disastrosi che questi hanno sull’ambiente, sul clima e sulla salute pubblica, invece dovrebbe promuovere un’agricoltura che rispetta la natura e il benessere di tutti.

Insomma, nonostante la tutela ambientale dovrebbe essere uno degli obiettivi della Politica Agricola Europea, i fatti certificano che i comportamenti sbagliati vengono costantemente premiati.

La ricerca, condotta in collaborazione con alcuni giornalisti investigativi, ha preso in esame allevamenti presenti in Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Olanda e Polonia e inseriti nel Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR). Solo le aziende agricole che emettono più di 10 mila chilogrammi di ammoniaca all’anno sono obbligate a comunicare i dati all’ E-PRTR.

Delle 2.374 aziende zootecniche di questi Paesi riconducibili alle emissioni di ammoniaca incluse nell’E-PRTR, 1.209 hanno ricevuto pagamenti PAC per un totale di almeno 104 milioni di EUR all’anno. In Italia, i sussidi alla PAC sono stati erogati a circa il 67% delle 739 società incluse nel registro. La PAC stanzia annualmente 59 miliardi di euro di sovvenzioni, circa il 40% del bilancio complessivo dell’Ue.

Abbiamo rilevato come manchi del tutto un adeguato sistema di monitoraggio e trasmissione dei dati relativi all’inquinamento agricolo in Europa. L’ammoniaca non è la sola sostanza inquinante derivata dagli allevamenti, ma è l’unica che le singole aziende agricole di grandi dimensioni sono tenute a dichiarare. Nel 2015 – anno per cui sono disponibili i dati più recenti – in Italia 874 allevamenti hanno sforato il valore soglia di 10 tonnellate annue di ammoniaca. In quell’anno queste aziende hanno emesso 46.000 tonnellate di ammoniaca. Ciò rappresenta il 12,8% delle emissioni totali di ammoniaca del comparto agricolo del Paese. In altre parole, l’87,2% delle emissioni di ammoniaca del comparto agricolo non viene registrato nell’E-PRTR.

Il prossimo 2 maggio la Commissione europea dovrebbe pubblicare una bozza del prossimo bilancio Ue, a partire dal 2020, che includerà le spese della PAC. All’inizio di giugno, è attesa anche la pubblicazione della sua proposta di riforma della PAC.

Gli impatti legati agli allevamenti intensivi sono insostenibili, per questo stiamo chiedendo di tagliare i sussidi agli allevamenti intensivi e sostenere aziende agricole che producono con metodi ecologici!

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