A Greenpeace investigator attempts to extinguish the fire in Tigo Lubuk Seko village, district Indragiri Hulu (INHU), Riau.

Medi Bastoni ha 43 anni e quattro figli. A luglio di quest’anno ha lasciato il suo villaggio, sull’isola di Giava, in Indonesia, per intraprendere un viaggio non convenzionale ma con un grande significato: camminerà all’indietro per 800 km verso la capitale dell’Indonesia per chiedere che le foreste vengano protette. Medi Bastoni spera che, dopo aver fatto migliaia di passi all’indietro, avrà l’opportunità di incontrare il Presidente indonesiano Joko Widodo, al quale vorrebbe chiedere in dono un seme come simbolo del suo impegno per la protezione delle foreste e torbiere del Paese.

La foresta che brucia per lasciar spazio alle piantagioni

Secondo il Ministero indonesiano dell’Ambiente e delle Foreste, fra gennaio a maggio 2019 sono già stati distrutti 42.740 ettari di foreste, il doppio di quanto era andato distrutto l’anno scorso nello stesso periodo. Ma il peggio deve ancora arrivare: si prevede che la stagione secca di quest’anno sarà particolarmente dura.

Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, sono già sei le province indonesiane sulle isole di Sumatra e Kalimantan ad aver dichiarato lo stato di emergenza. Gli incendi peggiori sono divampati nella provincia di Riau, sull’isola di Sumatra, e stanno lambendo il Parco Nazionale Tesso Nilo, che ospita circa 140 elefanti selvatici in via di estinzione, oltre ad essere uno degli ultimi rifugi per gli ormai rarissimi Oranghi di Sumatra. La foschia risultante dagli incendi copre ormai da diversi giorni vaste aree dell’Indonesia e i venti stanno già spingendo la gigantesca nube di cenere e il fumo vero la Malesia e Singapore.

Long tail monkeys rest in a tree where the air is engulfed with thick haze at a bank of Kapuas river in Kapuas district, Central Kalimantan province, Borneo island, Indonesia.

La Peatland Restoration Agency (BRG), istituita dopo il 2015 con l’obiettivo di prevenire gli incendi di foreste e torbiere, afferma che gli incendi di quest’anno sono causati principalmente dai titolari delle concessioni commerciali per lo sfruttamento delle piantagioni.

Il timore è che torni a ripetersi quanto accaduto nel 2015, quando le emissioni giornaliere di anidride carbonica provocate dai soli incendi indonesiani arrivarono a superare le emissioni prodotte da tutte le attività economiche degli Stati Uniti.

Un timore che, nel 2016, ha portato una coalizione di cittadini e attivisti ambientali di cui anche Greenpeace Indonesia è parte, a presentare una denuncia formale contro il governo indonesiano per non aver messo in atto misure più rigorose per affrontare il problema degli incendi che ogni anno devastano il Paese. Il 23 luglio di quest’anno, la Corte Suprema dell’Indonesia ha confermato la sentenza già emessa da tribunali minori: il governo indonesiano, Presidente incluso, è responsabile per i disastrosi incendi del 2015 e dovrà mettere in pratica azioni in grado di evitare il ripetersi di questi eventi. Molte di queste azioni -come fornire riparo alle vittime di incendi e divulgare i nomi delle società le cui concessioni stanno bruciando- sono già previste dalla legge ed il governo dovrebbe solo assicurarne l’implementazione.

Concessioni di piantagioni di palma da olio: la trasparenza non c’è

Un altro elemento chiave su cui il governo indonesiano dovrebbe concentrarsi è la mancanza di trasparenza che aleggia sul settore delle piantagioni, alimentata dall’ostinata riluttanza del governo a condividere pubblicamente le informazioni riguardanti le concessioni piantagioni di palma da olio. Nonostante la Corte Suprema dell’Indonesia abbia stabilito ormai più di due anni fa che il governo avrebbe dovuto rendere disponibili queste informazioni, lo scorso maggio il governo indonesiano ha esplicitamente ordinato di non farlo.

Non divulgare le mappe e le informazioni relative alle piantagioni danneggerà ulteriormente la reputazione dell’industria indonesiana dell’olio di palma, già subissata da accuse di deforestazione, accaparramento delle terre e violazione dei diritti dei lavoratori. Inoltre, in base a questa nuova decisione, le multinazionali che si sono impegnate a essere trasparenti e che vorrebbero dimostrare di acquistare olio di palma prodotto responsabilmente non potranno più farlo e, coerentemente con gli impegni presi, dovranno smettere di acquistarlo dall’Indonesia, come hanno già fatto alcuni rivenditori europei, tra cui la catena britannica di supermercati Iceland.

Haze from the ongoing burning of the peatland forest in Teluk Meranti village, Pelalawan, Riau.

L’Europa importa l’olio di palma

L’Unione Europea rimane uno dei principali importatori di olio di palma indonesiano. Lo scorso 23 luglio la Commissione europea ha pubblicato un Piano d’azione europeo contro la deforestazione evidenziando la responsabilità dell’Europa rispetto alla deforestazione globale e riconoscendo la necessità di una legislazione specifica per spezzare il legame tra deforestazione e produzione di materie prime agricole come soia, olio di palma, carne, caffè e cacao. Il Piano non affronta però i costi ambientali e umani delle politiche commerciali e agricole dell’Ue.

Le foreste e i cambiamenti climatici

La distruzione delle foreste è una delle principali cause del cambiamento climatico e della massiccia estinzione delle specie a cui stiamo assistendo, oltre ad essere spesso associata alla violazione dei diritti umani. Secondo il più recente rapporto dell’IPCC (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) sui cambiamenti climatici e l’uso del suolo, proteggere le foreste e proporre un nuovo paradigma per il sistema agro-alimentare sono le soluzioni alla crisi climatica ed ecologica che stiamo affrontando, ed è proprio di questo che l’Indonesia avrebbe bisogno.

Alla luce di ciò, Greenpeace chiede:

  1. alla prossima Commissione di presentare urgentemente una nuova normativa per garantire che i prodotti immessi sul mercato europeo non siano legati alla deforestazione e alla violazione dei diritti umani; e
  2. ai governi nazionali di aggiornare e migliorare i propri piani d’azione per mantenere l’innalzamento delle temperature globali sotto il grado e mezzo.

 

Greenpeace Indonesia Forest Fire Prevention (FFP) Team extinguish the fires at plantation and forest in Tanjung Taruna, Sub-district Jabiren Raya, District Pulang Pisau, Central Kalimantan, Indonesia.