Incendi in Amazzonia - 2019
Overflown by the state of Pará in 2019, it records illegal mining, illegal logging, disastrous burning, gigantic cattle fields and so on.

La notizia è semplice: il tasso di deforestazione in Amazzonia è aumentato del 30% nell’ultimo anno e tra agosto 2018 e luglio 2019 ha raggiunto  il tasso più alto registrato dal 2008.

Si tratta di ben 9.762 chilometri quadrati distrutti, una superficie equivalente a quella dell’isola di Cipro, secondo i dati del Programma di monitoraggio satellitare della foresta amazzonica brasiliana (Prodes) dell’Istituto brasiliano di ricerche spaziali (INPE).  La politica di Bolsonaro sta annientando la capacità del Brasile di combattere la deforestazione, favorendo chi commette crimini ambientali e incoraggiando le violenze verso Popoli Indigeni e comunità forestali tradizionali.

Tutelare l’Amazzonia e tutte le foreste del Pianeta deve essere un obiettivo di tutti: senz’altro del governo brasiliano, ma anche di tutti gli altri Paesi, compresa l’Unione europea, che deve dotarsi di una normativa in grado di garantire che il cibo che mangiamo e i prodotti immessi sul mercato non siano stati ottenuti sacrificando i diritti umani e le foreste.

L’Europa deve smettere di importare deforestazione!

L’Ue importa dal Brasile grandi quantità di carne e soia, la cui produzione ha gravi impatti sull’Amazzonia e su altri biomi di grande importanza, come il Cerrado, la savana più ricca di biodiversità del mondo.

Durante l’ultimo G7 (24 – 26 agosto 2019), l’Europa aveva dichiarato di voler difendere l’Amazzonia stanziando fondi contro gli incendi, ma ha elaborato un Piano d’azione contro la deforestazione che non affronta i costi ambientali e umani delle politiche commerciali e agricole dell’Ue. Non possiamo permettere che una manciata di multinazionali possa accedere a nuovi mercati senza valutare il costo ecologico, climatico e umano degli accordi commerciali.  

L’accordo Ue-Mercosur

L’Ue sta discutendo un accordo di libero scambio (Mercosur) che coinvolge il Brasile e altri tre stati del Sud America (Argentina, Paraguay e Uruguay). L’accordo Ue-Mercosur, almeno così com’è, rischia però di aumentare  le importazioni di materie prime agricole in Europa (a cominciare da carne e soia), con conseguenze devastanti per il clima, le foreste e i diritti umani, sacrificati ancora una volta sull’altare del profitto.

Per questo chiediamo che l’Accordo UE-Mercosur sia sospeso finché le foreste non saranno adeguatamente protette e che comprenda misure efficaci per rispettare l’Accordo di Parigi sul clima, la Convenzione sulla diversità biologica e gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Non dobbiamo dimenticare infatti che la distruzione delle foreste è una delle principali cause dei cambiamenti climatici e della massiccia estinzione delle specie a cui stiamo assistendo.

Non possiamo difendere il clima del Pianeta se non difendiamo le foreste 

Le foreste catturano circa un terzo dell’anidride carbonica rilasciata ogni anno a causa della combustione di gas, petrolio e carbone. Se vogliamo evitare l’aumento delle temperature oltre il grado e mezzo, dobbiamo esigere che ciò che resta delle foreste venga protetto. 

Incendi in Amazzonia - 2019
Overflown by the state of Pará in 2019, it records illegal mining, illegal logging, disastrous burning, gigantic cattle fields and so on.


Non mangiarti le foreste!

L’80% della deforestazione del mondo è causata dalla produzione intensiva di materie prime, soprattutto agricole: praticamente, cibo che divora le foreste. Soia, olio di palma, cacao, carne, avocado, sono i responsabili di una distruzione senza precedenti. Stiamo decimando le foreste per far posto all’agricoltura massiva e industriale. Un milione di specie è a rischio di estinzione. Se vogliamo salvare il clima e la biodiversità, dobbiamo salvare le foreste.

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