With the Wings of Emergency project, Greenpeace Brazil

Con un accesso a dir poco limitato all’assistenza sanitaria e un governo, quello del presidente Bolsonaro, che li ha completamente abbandonati al loro destino, i Popoli Indigeni stanno vivendo una delle peggiori crisi della storia recente. Mentre sono già gravemente minacciati dall’industria estrattiva e dell’agribusiness, risultano anche particolarmente vulnerabili alla pandemia: il rischio di un nuovo genocidio è drammaticamente alto. Per questo, Greenpeace Brasile, in collaborazione con operatori sanitari e altre associazioni, ha deciso di trasportare oltre 28 tonnellate di forniture mediche necessarie e urgenti a Popoli Indigeni appartenenti ad oltre 50 diverse etnie nelle aree più remote dell’Amazzonia. Come? Utilizzando l’idrovolante solitamente impiegato per sorvolare l’Amazzonia e rilevare la deforestazione per trasportare forniture quali tamponi per COVID-19, bombole di ossigeno, disinfettanti per le mani e dispositivi di protezione individuale, raggiungendo Popoli come Munduruku e gli Yanomami.

With the Wings of Emergency project, Greenpeace Brazil

Wing of Emergency

Dall’inizio di maggio, il progetto Wings of Emergency porta forniture medico ospedaliere necessarie nelle aree remote dell’Amazzonia, con il contributo di operatori sanitari e associazioni. Oltre a dispositivi di protezione individuale, medicine, vaccini, termometri, materassi, radio, pannelli solari e una macchina da cucire, sono state portate in varie località dell’Amazzonia brasiliana: 6 tonnellate di cibo; 7.720 tamponi COVID-19; 135 concentratori di ossigeno (dispositivi in grado di produrre ossigeno a partire dall’ambiente circostante); 56 bombole di ossigeno; 24.700 maschere in tessuto (prodotte da attivisti di Greenpeace); 10.000 guanti chirurgici; 2.000 maschere chirurgiche; 24.648 bottiglie di disinfettante per le mani; 9.850 saponette; 80 tute protettive da lavoro Tyvek; 80 visiere; 20 generatori di corrente.

Wings of Emergency project, Greenpeace Brazil

I nostri voli hanno interessato gli Stati di Amazonas e del Pará, oltre al Parco Nazionale di Tumucumaque (uno dei più grandi parchi nazionali del Brasile, ubicato nel nord dello Stato di Amapá, al confine con la Guyana Francese e il Suriname) dove gli effetti del COVID-19 rischiano di essere particolarmente pericolosi a causa della grande concentrazione di Popoli Indigeni in isolamento volontario. A São Gabriel da Cachoeira e Tabatinga, due città dello Stato di Amazonas immerse nella foresta amazzonica e in cui la popolazione è prevalentemente indigena, i materiali sono stati consegnati direttamente alle agenzie sanitarie governative consentendo di istituire unità di prima assistenza per trattare il COVID-19.

Covid, deforestazione e incendi: non abbandoniamo i Popoli Indigeni!

Nonostante il tasso di mortalità da COVID-19 tra i Popoli Indigeni sia superiore del 150 per cento rispetto alla media brasiliana (con oltre 13.241 indigeni contagiati e 461 decessi), il presidente Bolsonaro li ha completamente abbandonati, arrivando persino a porre il veto su parti fondamentali di una proposta di legge per supportare le comunità indigene nell’ affrontare il COVID-19. Quello che sta accadendo in Brasile è l’ennesimo esempio di cosa accade quando si mette il profitto prima delle persone. Con la stagione secca in arrivo e gli incendi che iniziano a divampare, questa situazione è destinata ancora a peggiorare: nel solo mese di giugno sono già stati registrati 2.248 focolai, circa il 20 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Non possiamo lasciare i Popoli Indigeni da soli nell’affrontare le industrie estrattive, la distruzione delle loro terre, una grave epidemia e la stagione degli incendi alle porte. Il governo brasiliano deve accogliere immediatamente gli appelli delle organizzazioni indigene e dare priorità alla protezione di tutto il popolo brasiliano durante la pandemia di COVID-19.

Non abbandoniamo i guardiani della foresta!

ALDEIA WATORIKI, TERRA INDÍGENA YANOMAMI, RORAIMA, BRASIL: Novembro 2019: Primeiro Forum de Lideranças Yanomami e Ye’kwana realizado na aldeia Watoriki entre os dias 20 a 23 de Novembro 2019. (Fotos: Victor Moriyama/ISA)
Non mangiarti le foreste!

L’80% della deforestazione del mondo è causata dalla produzione intensiva di materie prime, soprattutto agricole: praticamente, cibo che divora le foreste. Soia, olio di palma, cacao, carne, avocado, sono i responsabili di una distruzione senza precedenti. Stiamo decimando le foreste per far posto all’agricoltura massiva e industriale. Un milione di specie è a rischio di estinzione. Se vogliamo salvare il clima e la biodiversità, dobbiamo salvare le foreste.

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