Difendiamo il mare”, la nostra spedizione per documentare la bellezza e la fragilità dei nostri mari, è giunta alla sua quarta edizione. Domani salperemo da Ancona per navigare l’Adriatico e denunciare come i cambiamenti climatici e l’inquinamento da plastica siano interconnessi e producano impatti negativi sull’ecosistema marino e sulle comunità costiere.

Qui potete aiutarci a sostenere il progetto: difendiamoilmare.greenpeace.it

Insieme per difendere il mare

Anche quest’anno il nostro viaggio nei mari italiani è organizzato in collaborazione con la Fondazione Exodus di don Mazzi, che mette a disposizione la barca a vela Bamboo, con cui monitoreremo lo stato di salute del Mar Adriatico centro-meridionale. Alla spedizione parteciperanno i ricercatori dell’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino (IAS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, del DiSVA (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente) dell’Università Politecnica delle Marche specializzati nello studio delle microplastiche, ed esperti di flora e fauna marina costiera del DiSTAV (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova.

In diretta

Proprio un anno fa veniva collocato uno scheletro di balena ad Ancona, all’Università Politecnica delle Marche, come segnale sull’importanza della ricerca, della sostenibilità e del problema delle plastiche in mare.  Oggi un convegno scientifico presso l’Università, dal titolo “Moby Litter un anno dopo: impatti, minacce ed opportunità per un mare in pericolo”, segna l’avvio della nostra spedizione.
Chi vuole può seguirlo anche in diretta sul canale Youtube della Univpm.

Le tappe del tour

Il tour, della durata di tre settimane, toccherà il Conero, per il quale da tempo viene proposta la realizzazione di un’area marina protetta, alcune aree marine protette già esistenti (Torre del Cerrano, Isole Tremiti, Torre Guaceto), diverse zone colpite dall’inquinamento da plastica, come la foce del fiume Pescara, e altre aree soggette a impatti inquinanti o limitrofe a grandi centri urbani.

Con l’aiuto di gruppi di sub e di comitati locali, mostreremo l’impatto della plastica nel Mar Adriatico, mentre grazie alla collaborazione con gli istituti di ricerca coinvolti nella spedizione raccoglieremo evidenze scientifiche da fornire a enti e aziende per salvare i nostri mari.

L’Adriatico

L’Adriatico centro-meridionale è un mare poco studiato dalla comunità scientifica internazionale nonostante la sua importanza a fini turistici e commerciali. 

Per via della circolazione marina, caratterizzata da una sorta di grande vortice che fluisce in senso antiorario dai Balcani verso l’Italia, e degli importanti apporti fluviali (a partire da quelli del fiume Po), diversi studi stimano che l’inquinamento da plastica potrebbe essere particolarmente rilevante lungo il versante italiano, come mostra anche il rapporto Plastic Litter in the Adriatic Basin che abbiamo diffuso oggi.

Più mare, meno plastica!

Il mare non è una discarica: chiedi alle aziende di abbandonare l’usa e getta.

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