Greenpeace activists from several European countries at IJmuiden lock in the Netherlands are blocking a 225-meter-long soybean ship from Brazil.

Attiviste e attivisti hanno bloccato sin dalla notte la nave mercantile “Crimson Ace” nel porto di Amsterdam, in Olanda. Grande 225 metri, la Crimson Ace trasporta 60 mila tonnellate di soia brasiliana destinata all’Europa, dove sarà impiegata in gran parte come mangime per gli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi e destinati al macello o alla produzione di latticini.

Non siamo soli, alla protesta pacifica partecipano infatti anche alcuni leader dei Popoli Indigeni brasiliani a bordo della nostra barca a vela “Beluga”, mentre i nostri bloccano i cancelli di ingresso al porto e alcuni gommoni presidiano l’area.

Greenpeace activists from several European countries at IJmuiden lock in the Netherlands are blocking a 225-meter-long soybean ship from Brazil.

Dal 1997 ad oggi la produzione mondiale di soia è più che raddoppiata e il motivo principale di questa crescita non è il consumo umano, ma la domanda di mangimi per animali.

Dobbiamo importarne in continuazione perché sebbene anche due terzi dei nostri terreni agricoli in Europa siano dedicati alla produzione di colture per la mangimistica, queste risultano insufficienti a sfamare il gran numero di animali allevati in Europa. Il risultato? Le importazioni di soia sono ormai talmente elevate da rappresentare il principale contributo dell’Unione europea alla deforestazione globale.

Per fare spazio a piantagioni e pascoli, gli ecosistemi vengono distrutti e i diritti dei Popoli che li abitano e proteggono da sempre vengono violati.

Dopo Olanda, Spagna e Germania, l’Italia è il principale importatore europeo di soia. Nel 2021 il nostro Paese ha importato il 10% della soia arrivata nell’Unione europea: oltre 4 milioni di tonnellate. E nonostante i gravi attacchi all’ambiente e ai diritti umani perpetrati dal governo di Jair Bolsonaro, quest’anno il nostro import di soia brasiliana è persino aumentato rispetto al 2020.

Greenpeace activists from several European countries at IJmuiden lock in the Netherlands are blocking a 225-meter-long soybean ship from Brazil.

La soia e la carne sono solo un esempio delle materie prime e dei prodotti importati dall’Unione europea la cui estrazione, raccolta o produzione ha un grave impatto negativo su foreste, altri importanti ecosistemi e diritti umani dei Popoli nativi. Per questo serve una normativa comunitaria ambiziosa che impedisca l’ingresso sul mercato europeo di prodotti e materie prime legati alla distruzione della natura e alle violazioni dei diritti umani.

Aiutaci a chiedere al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e ai ministri competenti dei Paesi membri di colmare le attuali lacune dell’attuale normativa!

Non mangiarti le foreste!

L’80% della deforestazione del mondo è causata dalla produzione intensiva di materie prime, soprattutto agricole: praticamente, cibo che divora le foreste. Soia, olio di palma, cacao, carne, avocado, sono i responsabili di una distruzione senza precedenti. Stiamo decimando le foreste per far posto all’agricoltura massiva e industriale. Un milione di specie è a rischio di estinzione. Se vogliamo salvare il clima e la biodiversità, dobbiamo salvare le foreste.

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