Il nesso fra la sovra-produzione di carne, l’agribusiness e i cambiamenti climatici è sempre più evidente! E’ per questo che siamo venuti a portare un messaggio alla ministra Teresa Bellanova – mentre è in corso a Helsinki il Consiglio informale dei Ministri Ue dell’Agricoltura sulla PAC – chiedendole di agire subito per affrontare la crisi climatica in corso e tutelare la nostra agricoltura.
Per farlo, abbiamo posizionato un gigantesco maiale che emette fumo dal naso (a simboleggiare il contributo degli allevamenti intensivi alla formazione di gas serra), e rilascia un getto di acqua scura: i liquami che inquinano suolo, acqua e aria.
La crescente produzione di carne è responsabile, ad oggi, del 14% delle emissioni di gas serra in Europa: un contributo pari a quello del settore dei trasporti!
Non solo, l’agricoltura industriale e l’allevamento sono responsabili di circa l’80% della deforestazione a livello mondiale. Gli allevamenti intensivi in Italia non fanno eccezione: per nutrire il gran numero di animali stipati nei capannoni occorrono grandi quantità di mangimi e di terre per colture, come la soia, che ogni anno importiamo massicciamente nel nostro Paese.
Gli allevamenti intensivi, inoltre, sono i principali responsabili delle emissioni di ammoniaca e seconda causa di inquinamento da polveri fini in Italia.
È solo adottando politiche in grado di frenare realmente il riscaldamento globale che si potrà dare un vero sostegno al “Made in Italy”.
Mentre ogni anno, attraverso la PAC (Politica Agricola Comune), miliardi di euro di fondi pubblici vengono spesi per finanziare il sistema degli allevamenti intensivi, in Italia, tra il 2004 e il 2016, hanno chiuso oltre 320 mila aziende agricole.
È ora di usare il denaro pubblico per sostenere le aziende che producono in modo ecologico, invece di foraggiare un sistema inquinante, dai costi ambientali e sociali insostenibili!
Il movimento globale dei Fridays For Future ha dedicato una giornata (nell’ambito della settimana di mobilitazioni per il clima) proprio agli impatti climatici dell’eccessiva produzione di carne e non possiamo che essere d’accordo con loro: per limitare l’innalzamento della temperatura globale e per rispettare l’Accordo di Parigi, serve dimezzare produzione e consumo di carne entro il 2050, sostenendo la transizione verso modelli ecologici di produzione del cibo.
Il nuovo governo ha dichiarato di avere tre le proprie priorità la lotta ai cambiamenti climatici: bene, questa è un’occasione per dimostrarlo!
Quello che mangiamo oggi determina il mondo di domani: non mettiamo il Pianeta nel piatto!
Partecipa