Greenpeace ha commissionato una valutazione sull’utilizzo dei fondi pubblici erogati tramite la Politica Agricola Comune (PAC) dell’Ue. Il rapporto analizza in particolare le tendenze nel settore zootecnico europeo e l’uso dei terreni agricoli in Europa.

La ricerca mostra che il numero degli allevamenti in europa sta diminuendo, mentre la produzione di carne e prodotti lattiero-caseari si concentra in aziende  dalle dimensioni sempre maggiori.

Secondo i dati Eurostat, circa il 72 per cento degli animali allevati in Europa proviene da aziende intensive di grandi dimensioni. Il numero totale di allevamenti è diminuito di 2,9 milioni, ovvero di quasi un terzo, tra il 2005 e il 2013 a scapito solo delle aziende più piccole. L’Italia, per esempio, tra il 2004 e il 2016 ha perso oltre 320 mila aziende (un calo del 38 per cento), ma il numero delle aziende agricole molto grandi è aumentato del 21 per cento, e di quelle grandi del 23 per cento.

Rispetto all’uso dei fondi PAC  i dati mostrano che tra €28,5 miliardi e €32,6 miliardi vanno a beneficio degli allevamenti sempre più intensivi o delle aziende che coltivano prodotti destinati alla mangimistica – ovvero tra il 18% e il 20% del budget annuale complessivo dell’Ue – e che oltre il 71% di tutta la superficie agricola dell’Ue (coltivazioni, seminativi, prati per foraggio e pascoli) è destinata all’alimentazione del bestiame.

Il rapporto evidenzia come la PAC abbia contribuito a plasmare il settore zootecnico europeo verso un sistema sempre più intensivo, in controtendenza rispetto alle crescenti prove scientifiche dei danni arrecati al clima, all’ambiente e alla salute pubblica dalla produzione e dal consumo eccessivo di carne e prodotti lattiero-caseari.

Ferma gli Allevamenti Intensivi

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